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Il Circo Massimo
era un antico circo di Roma dedicato alle corse di cavalli. Situato
nella valle tra il Palatino e l'Aventino, è ricordato come sede di
giochi sin dagli inizi della storia della città. Le prime
installazioni in legno, probabilmente in gran parte mobili,
risalgono all'epoca dei Tarquini (Tarquinio Prisco, Servio Tullio,
Tarquinio il Superbo) nella seconda metà del VI secolo a.C.. Le
prime strutture in muratura, soprattutto legate alle attrezzature
per le gare, si ebbero probabilmente solo nel II secolo a.C. e fu
Gaio Giulio Cesare a costruire i primi sedili in muratura e a dare
la forma definitiva all'edificio, a partire dal 46 a.C.. Il
monumento venne restaurato dopo un incendio e probabilmente
completato da Augusto, che vi aggiunse anche un obelisco di Ramses
II portato dall'Egitto (spostato nel XVI secolo da Papa Sisto V in
Piazza del Popolo). Altri restauri avvennero sotto gli imperatori
Tiberio e Nerone e un arco venne eretto a Tito nell'81 DC al centro
del lato corto curvilineo: si trattava di un passaggio monumentale
integrato nelle strutture del circo. Dopo un grave incendio sotto
Domiziano, la ricostruzione, probabilmente già iniziata sotto questo
imperatore, venne completata da Traiano nel 103 DC: a quest'epoca
risalgono la maggior parte dei resti giunti fino a noi. Sono
ricordati ancora restauri sotto Antonino Pio, Caracalla e
Costantino. Nel 357 DC Costante eresse al centro della spina un
secondo obelisco egiziano di Tutmosis III (oggi davanti San Giovanni
in Laterano). Il circo rimase in efficienza fino alle ultime gare
organizzate da Totila nel 549 DC. Le dimensioni del circo erano
eccezionali: lungo 621 m e largo 118 poteva ospitare 150.000
spettatori. La facciata esterna aveva tre ordini: solo quello
inferiore, di altezza doppia, era ad arcate. La cavea poggiava su
strutture in muratura, che ospitavano i passaggi e le scale per
raggiungere i diversi settori dei sedili, ambienti di servizio
interni e botteghe aperte verso l'esterno. L'arena era in origine
circondata da un euripo largo quasi 3 metri, più tardi eliminato per
aggiungere altri posti a sedere. Nell'arena, si svolgevano le corse
dei carri, con dodici quadrighe che compivano sette giri intorno
alla spina centrale tra le due mete. La spina era riccamente
decorata da statue, edicole e tempietti e vi si trovavano sette ova
e sette delfini da cui sgorgava l'acqua, utilizzati per contare i
giri della corsa. I dodici carceres, la struttura di partenza che si
trovava sul lato corto rettilineo verso il Tevere, disposti
obliquamente per permettere l'allineamento alla partenza, erano
dotati di un meccanismo che ne permetteva l'apertura simultanea.
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